Zerocalcare, La profezia dell'armadillo, prodotto da Makkox, Formia 2011.
Ultimamente di parla molto di Zerocalcare: da circa un mesetto le sue tavole girano anche su Facebook, e proliferano i link al suo blog. Io in realtà, per fare la indie, un po' lo conoscevo già: il ragazzo, ossia Michele Rech, aveva pubblicato alcuni lavori sul Canemucco, rivista mensile diretta da Makkox che non è sopravvissuta al quarto numero.
Il rapporto fra i due fumettisti è rimasto stretto: tanto che la raccolta di tavole di Zerocalcare, La profezia dell'armadillo, è prodotta/pubblicata proprio da Makkox. Si tratta infatti di una produzione indipendente, di una sorta di mecenatismo: Makkox, che già l'anno scorso aveva fatto esperienza di autoproduzione e autodistribuzione da web (vedi Ladolescenza), ha deciso di puntare sul giovane talento romano.
E ha avuto ragione, dato che già siamo alla terza ristampa: tremila copie è un risultato veramente ottimo per un fumetto, sul mercato italiano.
È da considerare, inoltre, che i fumetti di Zerocalcare in realtà sono di un genere particolare. Si potrebbe forse definirlo racconto grafico: storie di poche tavole l'una, per lo più autoconclusive. Le tavole pubblicate sul blog si concentrano sugli aspetti comici e ironici della vita quotidiana di un quasi trentenne romano: il disegno è caricaturale, e la scelta di un armadillo come animale guida contribuisce alla caratterizzazione del genere. Segreto del successo sui social network è anche la continua citazione di personaggi di film e cartoni stra-noti alla generazione anni '80 (che credo sia nel pieno della nostalgia dell'infanzia: ma se ne esce mai?).
Tuttavia, nella Profezia Zerocalcare rischia di più, e i vari racconti sono legati da un filo conduttore che è un argomento forte: la morte di un'amica per anoressia. Il rischio di banalizzazione, in questi casi, è sempre presente; ma qui l'autore in realtà se la cava molto bene. Riesce a far ridere - non sorridere - anche nella situazione tragica, raccontando il fatto nella sua semplicità, dal proprio esclusivo punto di vista. Sfugge al rischio di retorica, perchè non ne fa: non cerca di dare spiegazioni, si limita a raccontare, stimolando al massimo riflessioni autonome. Cosa che io apprezzo sempre molto.
Per quanto riguarda la particolare edizione, la storia è introdotta da quattro paginette di Makkox, in realtà abbastanza concentrato su se stesso più che su Zerocalcare: ma il fatto è accettabile, considerando che l'introduzione parla proprio dell'invidia/ammirazione della vecchia guardia per il giovane talento.
Inoltre, essendo Makkox fumettista e non editore, nella seconda e terza ristampa si è dimenticato di cambiare colophon e data di stampa (lo ammette lui stesso qui, in uno scambio di commenti con la sottoscritta). Quindi, se vi siete aggiudicati un esemplare della seconda o anche terza tirata e se Zerocalcare continuerà con almeno discreti risultati, fra qualche anno potrete spacciarvi come talent scout di fumetti, di quelli che a Lucca hanno comprato La profezia dell'armadillo perchè hanno il fiuto, e non perchè hanno cliccato un link su facebook.
Io invece, per spiegare il fattaccio a voi, mi sono giocata la mia reputazione di scopritrice di talenti.
Vi segnalo inoltre l'altro sito (secondo per seguito, primo per nascita) di Zerocalcare, impegnato sul fronte dei centri sociali romani: potete trovarci qualche storiella interessante, e verificare di persona l'evoluzione del tratto del fumettista in erba.
E infine, dopo tutta la pappardella più o meno seria, il booktrailer (comictrailer?) della Profezia dell'armadillo!
AGGIORNAMENTO: non mi ero esplorata per bene il vecchio sito. Vi segnalo che qui potete trovare le versioni vecchie di un paio di storie della Profezia. Il tratto è evoluto parecchio (e solo in un paio d'anni, se la data riportata è affidabile), diventando meno spigoloso, più da "cartoon" e quindi più fruibile. La domanda a questo punto è: Makkox ha suggerito di ridisegnare le tavole più vecchie, facendo un vero e proprio lavoro di editing? O è stata un'idea dello stesso Zerocalcare? Nell'ultimo caso, sarebbe senza dubbio segno di una vera maturità artistica - mettere in discussione i propri lavori, soprattutto se non tanto datati, non è da tutti...
Sono uno dei fortunati lettori di un esemplare della prima (credo) ristampa.
RispondiEliminaLa tavola che hai riportato è forse la più forte di tutto il volume, presa nel contesto: ricordo che ci sono proprio "rimasto", quando ho girato pagina e l'ho vista.
E devo dire che pure il comictrailer è carino; che dipenda dal fatto che chi ci ha lavorato ha a che fare anche col settore dell'animazione? Perché i booktrailer dei libri "libri", soprattutto se autoprodotti o editi da piccole case editrici, fanno venire lo sconforto.
Il trailer è veramente ben fatto, ma se ci pensi non ha nulla di eccezionale: solo musica e disegni, ben combinati fra loro. Credo che il problema sia che di solito cose del genere vengono affidate a chi non ha la minima competenza, ma che per qualche motivo si trova già in casa editrice. O è amico del redattore di turno. E temo che questo non avvenga solo per i trailer...
RispondiEliminaGià, ho scelto quella tavola proprio perchè è la più distante dallo stile del blog: è una riflessione che sul momento non ci si aspetta, non da Zerocalcare. Poi oggi mi hanno fatto notare un'altra cosa: l'equivalente dell'armadillo di Camille assomiglia moltissimo al demone di Gatsu, di Berserk (guarda qui per esempio). E una citazione, anche in casi del genere, è invece tipica dell'autore.
Non conosco Berserk se non di nome, per cui non avrei mai colto il riferimento!
RispondiEliminaPer il trailer: "solo musica e disegni", dici... sigh. Magari fosse così semplice! O meglio, è così semplice, tanto che, stando tra i booktrailer autoprodotti, i meno penosi sono poco più di semplici slideshow con scritte in sovrimpressione e sottofondo musicale.
Quando però ci si mette la voce narrante...