giovedì 30 agosto 2012

Del recente interesse in Italia per il graphic journalism: segnalazioni

Paco Roca, Cronaca di una crisi annunciata, in «Internazionale», n.960-961-962, 3/23 agosto 2012.


Dopo una breve pausa estiva, eccomi di ritorno con una serie di ghiotte segnalazioni.

Innanzitutto, la settimana scorsa, mentre io ero occupata a fare la conoscenza di alcuni simpatici lemuri, su Lo Spazio Bianco è stata pubblicata la mia brevisione (mini-recensione) di Cronaca di una crisi annunciata, prova di graphic journalism di Paco Roca uscita sul penultimo numero di «Internazionale». La storia la trovate intera e in versione digitale nello spazio issuu.com di Tunuè.



Tuttavia, come vi avevo fatto notare anche in passato, il tema del graphic journalism va in realtà di gran moda. E in questo periodo si susseguono una serie di eventi pronti a ricordarcelo.

giovedì 9 agosto 2012

Dykes to Watch Out For


Alison Bechdel, Dykes, traduzione e selezione di Francesco Pacifico, Rizzoli, 2009.
Prima edizione USA: The essential Dykes to Watch Out For, Houghton Mifflin Harcourt , 2008.
Le strisce di Dykes To Watch Out For sono state pubblicate su diversi giornali dal 1983 al 2008.


Conoscete il Bechdel Test? È un test secondo cui un film, per essere valido, deve rispondere a tre semplici requisiti:

1) devono esserci almeno due donne
2) che devono parlare fra di loro
3) a proposito di qualcosa che non sia un uomo.

Ovviamente è un test di stampo femminista, della cui validità si può dubitare. Ha però il sacrosanto pregio di escludere la quasi totalità dei film sul machismo nelle sue varie forme, e di far riflettere sulla parità di genere: un'analoga verifica, rivolta al maschile, probabilmente non inciderebbe minimamente la programmazione cinematografica. Il test, nei suoi quasi trent'anni di vita, ha inoltre raggiunto una discreta popolarità: esiste persino un sito, bechdeltest.com, in cui oltre 3.000 film sono catalogati secondo i tre criteri.

Del Bechdel Test parliamo qui perchè è strettamente legato al mondo del fumetto: deve infatti il suo nome ad Alison Bechdel, che lo rese popolare in una striscia di Dykes To Watch Out For (cioè "Lesbiche a cui fare attenzione") del 1985. L'ideazione è invece attribuita a una delle amiche dell'autrice, Liz Wallace.

mercoledì 1 agosto 2012

Big Man, o dei giganti nell'immaginario


David Mazzucchelli, Big Man, Coconino Press, Bologna, 2000.
Edizione originale USA: Big Man, in «Rubber Blanket», n.3, 1993.


Di David Mazzucchelli avevamo già parlato, grazie al recente successo Asterios Polyp.
Qualche settimana fa mi è però capitata fra le mani l'edizione Coconino di Big Man, una breve graphic novel (un graphic tale?) che risale addirittura al 1993. Inizialmente era comparsa su «Rubber Blanket», una rivista antologica pubblicata dallo stesso Mazzucchelli fra il 1991 e il 1993; la scelta di riproporla singolarmente credo sia stata presa solo in Italia.

Il lavoro comunque vale la lettura e anche una certa dose di riflessione: Big Man è un fumetto nei toni del nero e del seppia, con un tratto essenziale e a volte solo schizzato (si fa addirittura difficoltà a distinguere i volti). Insomma, un fumetto che più che i dettagli suggerisce l'idea generale. 
Ed è proprio questo il punto. Soggetto e sceneggiatura sono firmati Mazzucchelli, ma la trama è un classico dell'immaginario statunitense, frutto di un inconscio collettivo più che di una creazione individuale.