martedì 26 febbraio 2013

Un papero da prefazione


Vita e dollari di Paperon de'Paperoni, prefazione di Dino Buzzati, introduzione di Mario Gentilini, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1968 (sesta edizione 1970).


Periodo decisamente buzzatiano, grazie anche alla sezione fumetti usati del Libraccio. Contiene sette storie di Carl Barks (ma all'epoca non usava indicare l'autore, quindi nel volume sono anonime...) reimpaginate per adattarsi al piccolo formato.

domenica 17 febbraio 2013

I kill giants, o della semplicità delle emozioni



Joe Kelly e JM Ken Niimura, I kill giants, Bao Publishing, Milano 2010.
Edizione originale USA: I kill giants, Image Comics, 2008-2009.


Parlando di romanzo di formazione, la mente corre subito alla corrispondenza scolastica degli sfortunati Werther e Ortis, o alla traduzione bizzara del giovane Holden.
Ma un romanzo di formazione può anche essere raccontato con tratto leggero e sguardo gentile: può essere raccontato con il mezzo fumetto, in uno stile poetico che affronta temi oscuri. È questo il caso di I kill giants, graphic novel che narra l'estate di una ragazzina fra i dieci e gli undici anni, trascinata controvoglia via dall'infanzia.

domenica 10 febbraio 2013

Dino Buzzati e la narrativa a fumetti


Dino Buzzati, Le storie dipinte, a cura di Lorenzo Viganò, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 2013.


Qual è la caratteristica fondamentale del fumetto, senza la quale un'opera non può essere considerata appartenente alla "nona arte"? Non sono i disegni, non sono i testi nei baloon e neanche il rapporto fra questi due componenti, perché, come visto ad esempio qui e qui, può capitare che uno dei due sia completamente assente.
A mio parere, il punto fondamentale del fumetto è la forma narrativa, il racconto di qualcosa (un avvenimento, un'idea); la caratteristica particolare, che distingue il fumetto dalla letteratura, è che il raccontare si sviluppi non in continuità ma per attimi distinti, raffigurati ciascuno in una vignetta. Le vignette possono essere scontornate, comprendere ciascuna una tavola o un paginone centrale, essere rigorosamente dodici per pagina: l'importante è che l'evento o il ragionamento venga suddiviso in momenti separati, connessi fra loro per rapporti temporali o logici. Non ritengo che un'opera composta da un solo disegno con baloon, come ad esempio i dipinti pop di Roy Lichtenstein, possa essere considerata un fumetto (se non nel senso che utilizza il linguaggio del fumetto).