martedì 8 gennaio 2013

Paperino, Topolino e il Canto di Natale



Paperino e il Canto di Natale, RCS Mediagroup, Milano 2012.


Penso che tutti conservino il ricordo di almeno un film di Natale. Può trattarsi di Mamma ho perso l'aereo, di Miracolo sulla 34° strada, o magari di Una poltrona per due: dopotutto, come spiega l'ottimo Zerocalcare in una delle sue ultime storie, c'è chi vigila sulla programmazione ripetitiva e sempre uguale dei palinsesti televisivi, alimentando la tradizione filmica natalizia.

Per quanto mi riguarda però, il Vero Film di Natale dell'infanzia era in una videocassetta, infilata nel registratore solo nelle occasioni di rigore: il Canto di Natale di Topolino, del 1983. Perciò, quando ho saputo che il Corriere avrebbe pubblicato un volume Disney dal quasi omonimo titolo, non ho potuto assolutamente farmelo sfuggire. Ok, trattandosi di fumetti non mi aspettavo di trovarci dentro i fotogrammi del film, ma sicuramente il fattore emotivo è stato importante per l'acquisto (insieme al prezzo lancio di 1€). Ovviamente ho scoperto che al Canto di Natale di Topolino non si fa neanche un accenno: ma ho comunque trovato un paio di storie interessanti.


Il libro è il primo volume della nuova edizione de «I classici della letteratura Disney», collana che intende (ri)presentare al grande pubblico le parodie di casa Disney, di produzione italiana e non. Essendo uscito il 27 dicembre, il primo numero non poteva che riguardare un classico natalizio: chi non comprerebbe un bel fumetto a tema buoni sentimenti & letteratura, per il proprio pargolo, a casa da scuola ancora fino al 6 gennaio?
Il piatto forte del volume è il Canto di Natale (1982), sceneggiato da Guido Martina e disegnato da José Colomer Fonts; come accompagnamento, due godibili storie brevi di Carl Barks, Paperino e il canto di Natale (1945) e Paperino e la fiaba natalizia (1945). Per finire, Il ritratto di Zio Paperone (1996) di Caterina Magnato e Valerio Held, parodia molto liberamente ispirata al Ritratto di Dorian Gray.

Paperone in una sua classica interpretazione.


Le storie sono corredate da un discreto apparato paratestuale: ci sono un'introduzione alla collana, che tratta brevemente di parodia in generale e di Disney in particolare, e due prologhi che precedono le parodie di Dickens e Wilde, raccontando la storia originale e cercando di evidenziare i collegamenti con le opere a fumetti (con scarso successo nel caso del Ritratto). Ecco, nel secondo redazionale penso che ci sarebbe stato a puntino il collegamento con il "mio" Canto di Natale di Topolino: dopotutto, in entrambi i casi il protagonista è Scrooge McDuck (Zio Paperone per gli italiani), e fra le due opere ci sono interessanti differenze. Ad esempio, il piccolo Timmy, il bambino malato di cui si predice la morte, scompare nel fumetto, mentre nel cartone è interpretato nientepopodimeno che da Tip (o Tap). Anche i fantasmi dei Natali passati, futuri e presente sono molto più inquientanti nella riduzione cinematografica: incredibile a dirsi, il cartone, tradizionalmente indirizzato anche a un pubblico di età inferiore, è parecchio più impressionante del fumetto. Le due produzioni sono inoltre quasi contemporanee (1982 e 1983), quindi il discorso potrebbe essere ampliato facilmente alla diversa percezione dei personaggi Disney in quel periodo fra USA e Italia. E la redazione di Topolino (all'epoca sotto Mondadori) sapeva che il film era in fase di realizzazione? Guido Martina ne era stato informato? La parodia gli fu commissionata proprio per questo o si trattò di una coincidenza? Perchè la Disney tiene segregate tali informazioni? Tutte le risposte nella prossima puntata di Mistero a fumetti!

Paperino e nipoti si cimentano nelle classiche canzoni natalizie.
Da Paperino e il canto di Natale.


Comunque, il volume si chiude con le schede degli autori: Charles Dickens, Oscar Wilde, Carl Barks. Manca Guido Martina: perchè? Ah-ah, finalmente una domanda a cui so rispondere! Il motivo è che l'iniziativa del Corriere in realtà non è che la riproposizione di una collana del 2006, dallo stesso titolo e dalla stessa grafica. Ma con diverso ordine dei volumi: nella vecchia edizione L'Inferno di Topolino, la prima e più famosa parodia firmata Martina, era il numero 3, mentre il Canto di Natale (con titolo leggermente diverso, sì) non compariva prima del numero 20. Non ho la possibilità di consultare questa prima edizione, ma sono pronta a scommettere che la biografia di Martina era allegata all'Inferno; e che quindi i lettori dei nuovi «Classici della letteratura Disney» potranno trovarla nel settimo volume, di nuovo dedicato alla parodia di Dante.

Nell'attesa, e anche se le feste sono ormai finite, potrei guardarmi di nuovo il Canto di Natale di Topolino...




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