giovedì 19 aprile 2012
Mytico!
Mytico!, volume 1, RCS, 2012.
Testi di Stefano Ascari, disegni di Andrea Riccadonna.
Ultimamente il Corriere della Sera sembra essere molto interessato ai fumetti, come si può intuire anche dall'anteprima delle Cronache di Gerusalemme, di cui vi avevo già parlato.
La settimana scorsa ha però deciso di fare un passo in più: addirittura, ha iniziato la pubblicazione di una propria serie a fumetti, di cui sopra vedete la copertina del primo numero.
Il tema è la mitologia greca, raccontata con una grafica da fumetto superoistico: apparentemente, niente di nuovo nella letteratura per ragazzi.
Il target è però particolare: non i ragazzini, come si potrebbe ingenuamente pensare, ma i genitori. Già, perchè il fumetto, in teoria, dovrebbe essere venduto solo in abbinamento al quotidiano (e io un undicenne che si compra il Corsera devo ancora vederlo...). L'obiettivo è quindi spiccatamente didattico: i genitori dovrebbero comprare l'albo per istruire le nuove generazioni sulla mitologia greca, raccontata con un linguaggio vicino alle generazioni di oggi.
Il fatto che il fumetto non sia rivolto a un pubblico di lettori abituali è anche rivelato dalla dedica a Sergio Bonelli, bella e toccante («Questo numero è dedicato a un Omero dei nostri giorni»), ben nascosta in fondo al colophon in un carattere da lente d'ingrandimento.
In ogni caso, l'iniziativa è encomiabile proprio per il tentativo di avvicinare un pubblico nuovo. Pure i disegni non sono male, anche se personaggi e tratto sono abbastanza stereotipati.
Veniamo ora alle note dolenti.
Innanzitutto, Mytico! è una serie anomala. Nel senso che non intende raccontare le storie della mitologia greca in ordine cronologico (che sarebbe in effetti difficile da stabilire), e neanche in nessun altro ordine comprensibile. Se il primo numero inizia a narrare le vicende dell'Iliade, lasciando la vicenda in sospeso al primo calare del Sole, il secondo tratterà di Eracle e dell'Idra. Di Achille e Ettore si tornerà a parlare solo nell'ottavo numero, in uscita il primo giugno: come si può sperare di fidelizzare dei lettori, con un intreccio così vasto e spezzettato? Ma forse la discutibilissima scelta si può imputare proprio al target di riferimento...i genitori non hanno bisogno di appassionarsi alla storia, anzi, più argomenti vengono trattati più si sentiranno investiti del ruolo di insegnanti.
Poi, la lingua. Sempre per lo stesso motivo (il fumetto non viene acquistato da chi lo leggerà), il linguaggio utilizzato soffre chiaramente di schizofrenia. Da una parte si vuole mantenere il registro omerico, ricorrendo anche a diversi epiteti - non sempre chiari, per chi non conosce già la storia -, dall'altra si cerca di utilizzare un linguaggio più "giovanilistico". Quando le due cose avvengono in una stessa vignetta il contrasto è più che stridente, come ad esempio nella didascalia in fondo a pagina 10:
I disegni inoltre, come già accennato, riprendono l'immaginario hollywoodiano a cui siamo ormai abituati. Così le vicende sono effettivamente più leggibili: il fatto che gli achei indossino armature con decorazioni rosse li rende immediatamente riconoscibili e distinguibili dai troiani, dalle tonalità azzurre.
Ma sappiamo tutti che nell'Iliade non era così, che nel 1200 a.C. non esistevano divise per gli eserciti, e che Omero o una truppa di aedi non lo avrebbero neanche immaginato...le battaglie caotiche di Archiloco qui diventano ordinate campagne militari.
Insomma, lodevole iniziativa; ma realizzazione decisamente migliorabile.
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Odio rispondere in ritardo ai post, ma ho molto apprezzato la tua recensione di Mytico, che ormai compro, nonostante l'aumento di prezzo, solo per vedere dove andrà a parare.
RispondiEliminaMi permetto di aggiungere due considerazioni che secondo me rendono debole il prodotto: la cornice narrativa e il riferimento ai fumetti di supereroi.
La cornice narrativa dei soldati che si raccontano i miti davanti al fuoco dell'accampamento acheo, oltre a non essere affatto originale (solo per restare in ambito fumettistico, 300 di Miller utilizza lo stesso sistema), non aiuta nemmeno ad amalgamare le storie raccontate nei vari numeri. Il problema è che i narratori sono dei "signori nessuno". Leandros, una sorta di protagonista della serie, è voce narrante del primo numero, ma compare poco o punto in scena. Il fatto che siano lui e i suoi commilitoni a raccontare le storie diventa così secondario, perché il lettore non ha nessuna affezione per lui. Sarebbe stato meglio a quel punto abbandonare la cornice narrativa e presentare episodi completamente sciolti, oppure, banalità per banalità, raccontati dalle Museo come in Hercules della Disney o da Omero stesso.
Tu scrivi: "Il tema è la mitologia greca, raccontata con una grafica da fumetto superoistico". Il riferimento ai fumetti di supereroi è certamente palese dal formato, dalla grafica di copertina e dai crediti delle storie espressi alla maniera di Stan Lee (se non bastassero le parole di Licari nell'introduzione), ma le storie interne hanno troppo poco di supereroico. Sarà perché sono un maledetto true beliver e ho appena lavorato due mesi su una mostra dell'Uomo Ragno, ma da una premessa di questo genere mi sarei aspettato un modo di disegnate molto più dinamico, potente, "Marvel"! Prendiamo l'episodio di Ercole contro l'idra: manca l'azione, manca la potenza. Ercole si scazzotta col mostro per 10 pagine, ma lo fa in modo quasi realistico. A volte appare addirittura statico. Dove sono le pose esagerate del fumetto di supereroi? Nel classico "How to draw comics the Marvel way" Stan Lee e John Buscema insegnano che di varie posizioni che può assumere un supereroe, le migliori sono quelle più estreme. I disegnatori di Mytico raramente applicano queste norme, allontanandosi così dallo stesso genere a cui vogliono fare riferimento.
Ma non penso che la colpa sia loro. Ricordiamoci che il fumetto è prodotto dal Corsera e destinato a genitori (e insegnanti, aggiungerei) che vogliano raccontare i miti greci ai bambini. è comprensibile che i supervisori non abbiano voluto (o potuto) esagerare con l'aspetto supereroico per non "spaventare" il pubblico e non far storcere il naso alle maestre. In questo modo, però, tradiscono le promesse che hanno spinto come me vari lettori Marvel e DC ad acquistarlo. Si sarebbe potuto fare di più
...perdonami per la lunghezza del commento...
RispondiEliminaFigurati Bebo, hai scritto tanto perché avevi tanto da dire!
RispondiEliminaIo in realtà non sono una grande fan del fumetto supereroistico, quindi l'ultimo aspetto non l'avevo ben colto, hai fatto bene a sottolinearlo. Il problema, come per tutta l'opera, è sempre nella confusione del target di riferimento: vorrebbe appassionare i ragazzini, ma vuole essere comprato dagli adulti. È una dicotomia tipica della (vecchia) letteratura per ragazzi, che il fumetto non aveva mai sofferto: perché, perché imporgliela?? Mytico ha fatto un passo avanti per l'esperimento di diffusione, e un passo indietro per molto altro.