Silvia Ziche è una delle prime disegnatrici che io abbia imparato a riconoscere a colpo d'occhio su Topolino, quando ero ancora bambina e gli autori delle storie mi erano abbastanza indifferenti: il suo tratto è inconfondibile, e la Papernovela (Il papero del mistero, Topolino 2115-2138, 1996) è stata una vera rivoluzione in casa Disney. In questa lunga storia divisa "in uno sproposito di puntate", per la prima volta i personaggi dei paperi uscirono dai loro ruoli tradizionali, con un'ironia e leggerezza fino ad allora impensabili: come ricordato dalla stessa autrice al Lucca Comics 2011, questo fu possibile anche grazie allo strategemma della recitazione - una sorta di meta-narrazione nel fumetto stesso. In ogni caso il filone ha avuto successo: penso sia merito anche di questa prima apertura se oggi Topolino e Paperino non sono così seri e stereotipati come una volta!
Ziche, nella Papernovela, era disegnatrice e sceneggiatrice: ma moltissima parte della narrazione era già da allora affidata al disegno, estremamente espressivo. Se la storia è simpatica e vagamente demenziale, l'illustrazione è esilarante.
Dieci anni dopo, la disegnatrice ha tentato un esperimento audace: affidarsi totalmente alla narrazione per immagini. Parlo di ¡Infierno!, volume realizzato su sceneggiatura di Tito Faraci per la casa editrice milanese BD nel 2006. Si tratta di una storia di una cinquantina di pagine, in cui non viene pronunciata neanche una parola. Il risultato è davvero buono: il ritmo è ovviamente veloce, ma sapientemente dosato dai moltissimi particolari inseriti dalla Ziche in ogni vignetta. Un esperimento ammirevole, in cui sceneggiatore e disegnatrice hanno saputo collaborare al meglio: dubito infatti che Silvia Ziche avrebbe potuto realizzare il progetto da sola, nonostante l'assenza di parole evidenti! D'altronde, oggi la disegnatrice collabora con Donna Moderna realizzando vignette settimanali, e lì - nonostante la caratterizzazione del tratto - le battute espresse a voce/scrittura fanno da padrone.
Ziche, nella Papernovela, era disegnatrice e sceneggiatrice: ma moltissima parte della narrazione era già da allora affidata al disegno, estremamente espressivo. Se la storia è simpatica e vagamente demenziale, l'illustrazione è esilarante.
Dieci anni dopo, la disegnatrice ha tentato un esperimento audace: affidarsi totalmente alla narrazione per immagini. Parlo di ¡Infierno!, volume realizzato su sceneggiatura di Tito Faraci per la casa editrice milanese BD nel 2006. Si tratta di una storia di una cinquantina di pagine, in cui non viene pronunciata neanche una parola. Il risultato è davvero buono: il ritmo è ovviamente veloce, ma sapientemente dosato dai moltissimi particolari inseriti dalla Ziche in ogni vignetta. Un esperimento ammirevole, in cui sceneggiatore e disegnatrice hanno saputo collaborare al meglio: dubito infatti che Silvia Ziche avrebbe potuto realizzare il progetto da sola, nonostante l'assenza di parole evidenti! D'altronde, oggi la disegnatrice collabora con Donna Moderna realizzando vignette settimanali, e lì - nonostante la caratterizzazione del tratto - le battute espresse a voce/scrittura fanno da padrone.
Infine, vi ricordo che la Disney ha appena inaugurato la collana Disney d'autore, dedicando il primo volume nientepopodimeno che a...Silvia Ziche! Devo ancora esaminare con attenzione il libro, ma alle prime sfogliate si nota proprio l'assenza del Papero del mistero e del Topokolossal (l'equivalente parodia-meno riuscita-ambientata nel mondo dei topi). La giustificazione data da Valentina de Poli è che una raccolta di queste due storie era già stata pubblicata...ma si parla del 2003, di ben otto anni fa! Dubito che un prodotto da edicola possa essere rintracciato dopo tanto tempo. Non si può che auspicare una veloce ristampa (anche perchè la mia copia si è rovinata per le troppe riletture!).
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