Will Eisner ha definito il fumetto "arte sequenziale": arte cioè in movimento, che narra delle cose e con esse cambia. Questo è certamente vero, anzi, innegabile.
Ma prima di tutto il fumetto è comunicazione. Comunicazione che per esprimersi utilizza almeno due tipologie di linguaggi: la lingua scritta, e le immagini. La lingua scritta è abbastanza facile da usare: ci sono regole ben precise, grammatiche normative da rispettare. Se non osservi le regole, sbagli e la gente ti crede ignorante (a meno che Marinetti non abbia preparato per te un manifesto).
Nelle immagini è tutto più difficile. Le regole ci sono, come ad esempio per la prospettiva, ma non è proprio obbligatorio rispettarle. E' più facile eluderle, creare una poetica molto personale: è ovvio che gli orologi non si sciolgono, e che i castelli non galleggiano nell'aria. Ma si possono disegnare entrambi, e nessuno trova da obiettare. Anche la prospettiva si può alterare, e sarà perchè l'artista voleva trasmettere qualcosa di particolare, solo suo, fuori dalle regole. Si può fare.
Il fatto, credo, è che le immagini rappresentano qualcosa che esiste anche nella realtà: ci basta distogliere lo sguardo dal foglio, e siamo rassicurati su come davvero funziona il mondo sensibile. E quindi quella disegnata è l'idea dell'artista, e non si obietta. Il linguaggio delle parole invece non esiste al di fuori dell'uomo e della società: non esiste uno standard reale, ciascuna deviazione è pericolosa perchè può portare a una modifica delle regole per tutti quanti, sul lungo termine. E' già accaduto, e in realtà accade in continuazione: la lingua è viva, ma farla vivere troppo è un atto sovversivo.
E il fumetto mette insieme questi due tipi di linguaggio, così diversi. A volte c'è uno sceneggiatore, che scrive le battute e immagina a grandi linee la disposizione delle vignette; e poi un disegnatore, che realizza le immagini. Se il disegnatore e lo sceneggiatore si conoscono bene, può venir fuori un bel lavoro.
Altre volte invece c'è un autore unico, che si occupa sia della parte testuale che di quella grafica: ecco, qui tutto è più difficile, perchè di solito si è esperti di uno solo dei due linguaggi. Ma il fumetto che verrà fuori, potrà essere ancora migliore.
Quello che il fumetto cerca è la piena espressione, il concetto espresso al meglio attraverso l'utilizzo di immagini e parole, che devono abbinarsi fra loro il più possibile, per far funzionare il tutto.
Potrebbero anche contrastarsi apertamente, certo: ma pure quella sarebbe espressione di un disagio, di una dissonanza.
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