giovedì 1 novembre 2012

Da Pinocchio a Harry Potter: i primi 150 anni della Salani


 «Se tutta questa roba fosse stampata a garbo, fosse illustrata e fosse venduta a poco prezzo, ci sarebbe il caso di incontrare e di far del bene.»
Adriano Salani. Tipografo Editore Fiorentino, Tipografia Salani, Firenze 1910, pp.18-19.


La casa editrice Adriano Salani Editore ha festeggiato i 150 anni d'attività, con poco ritardo rispetto alla Repubblica Italiana. Per celebrare l'avvenimento in grande stile, coinvolgendo in qualche modo anche i lettori, è stata organizzata a Milano una mostra delle copertine e delle illustrazioni che hanno accompagnato sin dalla nascita la casa editrice. 


Da Pinocchio a Harry Potter. 150 anni di illustrazione italiana dall'archivio Salani, 1862-2012 si può quindi visitare al Castello Sforzesco dal martedì alla domenica fino al 6 gennaio 2013, ingresso gratuito. Occhio che la mostra chiude alle 17.30, e per entrare dovete essere lì per le 17: altrimenti rischiate il viaggio a vuoto, che la sottoscritta ha evitato giusto per un pelo.



Orari a parte, grande mostra. Le copertine sono adattissime per raccontare una casa editrice, di cui sarebbe impossibile leggere molti testi in breve tempo. Le illustrazioni sono non solo legate al testo (inevitabile, anche quando non si tratta di fumetto), ma anche alle politiche editoriali e alla contesto storico-culturale del momento. Non a caso le prime pubblicazioni di Salani, libretti di storie popolari, di delitti e eventi straordinari, erano accompagnati da illustrazioni che colpivano e incuriosivano: l'ideale, per un testo che probabilmente veniva letto in gruppetti, con qualcuno a sbirciare sopra la spalla del lettore. Poi ovviamente la linea editoriale di Salani si è modificata varie volte, e così ci sono state le copertine sobrie delle collane di classici e quelle con l'ape Maia (nonchè le copertine riciclate), e anche qui si tratta di gusti del tempo e della scelta del pubblico di riferimento.

Copertine e illustrazioni per Pinocchio in tre diverse edizioni, dal 1924 al 1929.
Dal catalogo della mostra.
 
Quindi le illustrazioni sono un piccolo bellissimo pretesto per raccontare la storia della Salani, fondata a Firenze e trasferitasi a Milano con l'acquisizione da parte di Gems (il Gruppo Editoriale Mauri Spagnol, uno dei maggiori in Italia). Partendo dai libricini del 1862 si risale lungo la storia della letteratura per ragazzi in Italia: le vetrine, in cui sono esposti libri, disegni e qualche foto, sono accompagnate da grandi pannelli con spiegazioni sia delle collane sia delle vicende della casa editrice. In più, oltre alle copertine e alle illustrazioni, sono esposte alcune chicche per appassionati: la corrispondenza con Carolina Invernizio, scrittrice da best seller al femminile, i contratti con la Walt Disney e con gli autori, le indicazioni editoriali per gli illustratori - a volte rispettate, a volte meno. E altro materiale autografo, da far venire i brividi lungo la schiena a qualunque storico dell'editoria (occhei, mi avete scoperto).

Topolino e il tesoro, «Piccoli Grandi Libri», 1935. Copertina di Fiorenzo Faorzi.

Il tutto è esposto in ordine cronologico e per collana: se siete nati negli anni '80, preparatevi a un tuffo nella nostalgia per la penultima sezione, quella dedicata alle irrivirenti copertine begioline de «Gl'Istrici». Andiamo, chi sarebbe Roald Dahl se non fosse accompagnato dai disegni di Quentin Blake? E L'occhio del lupo di Paolo Cardoni per Pennac, che sbuca ancora oggi da qualunque libreria?

Adoro i romanzi di Diana Wynne Jones. La copertina è di Grazia Nidasio.

L'ultima parete è dedicata alle copertine di Harry Potter, serie di romanzi che ha segnato la notorietà della Salani anche a livello internazionale. Le illustrazioni di Serena Riglietti per la Rowling, a differenza di quasi tutti gli altri disegni presenti in mostra, sono esposte in belle cornici dorate, in pieno stile hogwartsiano. E qui si svela anche un piccolo mistero, che in realtà interesserà solo a una manciata di filologi delle illustrazioni (esistono? Posso esserlo io?).

Come saprete, la prima edizione di Harry Potter e la pietra filosofale, del 1998, aveva una sovracoperta errata: Harry Potter era senza occhiali. Qui vi posto l'immagine dell'epoca:



L'edizione fu ritirata o terminò, e ne venne distribuita una nuova, con occhiali molto sottili, che sembravano disegnati a penna. Sono certa anche di questo, perchè a una delle mie sorelle lo regalarono nell'estate 2000. L'immagine però non la trovo in rete e il libro non ce l'ho sottomano, quindi di questo step intermedio dovete fidarvi.
In seguito l'immagine fu corretta con dei veri occhiali, non ho idea a partire da quando. 



Ecco, io ero convinta che tutte queste modifiche fossero state fatte su una versione digitale della copertina, o qualcosa di simile. E invece no. L'acquerello in mostra ha chiaramente gli occhiali nuovi, quindi la Riglietti è tornata più volte sull'illustrazione. Curioso, no? Il fatto non è comunque indicato in nessun modo nella didascalia.

Bene. Se questo vi è sembrato, se non interessante, almeno pungente per la fantasia come un Istrice, non potete perdervi il catalogo della mostra. Attenzione a portare 30€ in contanti, perchè al bookshop non c'è il pos per bancomat e carte.
Vi assicuro che ne varrà la pena, e non fatevi spaventare da Luigi Spagnol che, a pagina 17, dice che Roald Dahl non è uno scrittore per adulti. Ignoratelo, e troverete un buon saggio di Ada Gigli Marchetti sulla storia della casa editrice, un'analisi di Giorgio Bacci sull'uso delle illustrazioni, un ottimo profilo della collana «Biblioteca dei miei ragazzi» tracciato da Antonio Faeti, e altri interventi ancora, zeppi di spunti di ricerca. Oltre ovviamente a tutte le illustrazioni della mostra, e le schede biografiche e artistiche di ben 86 illustratori.

Bello bello bello.


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