martedì 24 luglio 2012

Black Hole o della narrazione misteriosa


Charles Burns, Black Hole, Coconino Press, Bologna, 2007.
Edizione originale USA: Black Hole, episodi 1-4, Kitchen Sink Press; episodi 5-12, Fantagraphics, 1995-2005.
Prima edizione USA in volume: Black Hole, Pantheon Books, 2005.


Black Hole è decisamente il fumetto più inquietante che abbia mai letto. A partire dal titolo e dalla copertina: letteralmente un buco nero, in cui il ragazzo raffigurato sembra metaforicamente cadere fino a diventare irroconoscibile. Non per niente nella storia non viene spiegato chi sia, nè lui nè il secondo ragazzo raffigurato in quarta di copertina.

Possiamo anzi dire che la non-spiegazione è uno dei cardini di Black Hole: e, come insegnano E.A. Poe e H.P. Lovecraft, si tratta di una delle strategie principi nel creare inquietudine e perfino terrore.

L'intreccio riguarda una serie di adolescenti di una qualsiasi provincia americana, colpiti da un misterioso virus dalla trasmissione sessuale (ma la storia non è una metafora dell'Aids, come ripetuto più volte dall'autore, ad esempio qui): i giovani, anzichè farsi curare o cercare conforto presso le famiglie o associazioni anonime, fuggono per i boschi.
Va detto che la malattia - di cui non viene mai rivelato neanche il nome - non sembra avere caratteristiche deleterie per la salute: innesta delle mutazioni fisiche, a volte tumori benigni o altro, che deturpano l'aspetto senza affliggere la funzionalità dell'organismo. Ogni adolescente subisce una mutazione diversa: alcune sono evidentemente realizzazioni di sogni e incubi (cambiare pelle periodicamente; una seconda bocca che rivela segreti; una sensuale coda da lucertola). 


Come spiegato da Burns (qui), la malattia è in realtà metafora dell'adolescenza: ciascuno è destinato a crescere violentemente, in momenti diversi, in modi diversi. Nel frattempo, si svolgono e si ingarbugliano una serie di intrecci d'amicizia, d'amore e di famiglia; e il bosco è effettivamente il luogo dove i personaggi possono esprimersi liberi dalle costrizioni sociali.


Protagonisti assoluti sono infatti i personaggi e i rapporti che creano: gli eventi nella trama sono minimi, escluso un piccolo colpo di scena verso la fine del volume. Una scelta di narrazione abbastanza insolita, considerato che il fumetto è stato pubblicato inizialmente a puntate dalla Kitchen Sink Press e, in seguito al fallimento della prima, dalla Fantagraphics. Quello che spinge a continuare la lettura è quindi il senso di mistero che avvolge i protagonisti e le varie vicende. 
Misteriosità amplificata dalla rappresentazione grafica: la predominanza assoluta nelle tavole di Black Hole è riservata al nero. I particolari sono disegnati in bianco su fondo scurissimo; il buio (i ragazzi fuggiaschi escono dalle proprie tende solo di notte) e l'ambientazione selvatica nascondono e lasciano intravedere molti particolari disturbanti. Che, come nella consuetudine della storia, non vengono chiariti fino in fondo.


Il fumetto termina con un piccolo messaggio di speranza: nel nero del cielo e del mare, in cui si è rifugiata una delle protagoniste, compaiono i mille puntini bianchi delle stelle. Ovviamente, non tutti i misteri della trama sono svelati: ma in fondo si sarebbe rivelata un'imperdonabile caduta di stile.

 Vi lascio con un'anteprima, gentilmente offerta dal sito della Pantheon:

 

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