mercoledì 29 ottobre 2014

Di Rutu Modan e del piccolo realismo


Rutu Modan, La proprietà, Rizzoli Lizard, Milano 2013


Lucca. Per chiunque si occupi di fumetti, dal disegnatore al lettore, passando ovviamente per gli editori, la città toscana ha una connotazione tutta particolare: non un agglomerato urbano, ma il più grande festival del fumetto (e dei giochi e videogiochi, e dell'illustrazione) in Europa. Domani inizia l'edizione 2014, ne ho scritto per Lo Spazio Bianco (con un'intervista al direttore, Renato Genovese) e per Agrodolce (con i suggerimenti per non lasciarsi andare all'inedia da acquisti e lettura).


Fra gli autori ospiti di quest'anno ci sarà Rutu Modan, fumettista israeliana che nel 2013 ha vinto il Gran Guinigi, il premio della manifestazione, come miglior autrice. Nel 2014 espone le sue tavole a Palazzo Ducale, in una mostra dedicata a lei e al tema dell'identità nella graphic novel. Così, quando qualche settimana fa ho trovato La proprietà nella mia biblioteca di riferimento, non ho potuto fare a meno di prenderla in prestito; anche perché nel 2013 avevo seguito una lunghissima anteprima online su Corriere.it, e dopo più di un anno ero curiosa di sapere come proseguisse la storia.



La storia è tutta basata sul passato: Regina Segal, anziana signora israeliana, si reca in Polonia per recuperare una vecchia proprietà di famiglia, di cui si erano perse le tracce durante la seconda guerra mondiale. Ad accompagnarla nel viaggio ci sono la nipote Mica e un conoscente piuttosto invadente, Avram Yagodnik. A Varsavia la storia si dipana fra il tentativo di recuperare l'appartamento in questione e le storie romantiche di nonna e nipote, collocate a seconda dei casi nel passato o nel presente.
Giunta alle ultime pagine del volume, ho trovato una lista degli attori: sì, per ogni personaggio, per ogni vignetta, Rutu Modan si è fatta aiutare da alcuni attori, costruendo un fotoromanzo da cui poi ha tratto i disegni (la modalità di lavoro, oltre a essere stata raccontata in diversi incontri dal vivo, è documentata in questa intervista). Ho cominciato a chiedermi se si potesse considerare La proprietà come un fumetto della realtà: se la storia è solo ispirata a una vicenda reale, i personaggi e gli scenari sono invece più reali che mai.



Allo stesso tempo, La proprietà, non è solo una storia "quasi vera", ma un'opera che si colloca perfettamente nel percorso narrativo di Rutu Modan: i suoi lavori precedenti, Unknown/Sconosciuto e Il passato è passato (Coconino Press, 2006  e 2008), narrano sempre storie le cui radici affondano nel passato dei protagonisti. Si tratta però di vicende inventate, se non addirittura fantastiche, come nel caso di alcuni dei racconti che compongono Il passato è passato. Anche il tratto all'epoca era spesso più fantasioso; in ogni caso, più dettagliato. Nella Proprietà sembra quasi che la realtà non abbia bisogno di supporti per diventare credibile, e possa quindi essere ridotta al vero osso. Un disegno essenziale e tinte piatte, purtroppo in qualche caso compromesse dalla qualità di stampa. In molti nei disegni di Rutu Modan hanno visto una forte influenza della linea chiara franco-belga (certo è che Tomasz, uno dei protagonisti maschili, da giovane era Tintin).



L'uso della fotografia ha anche garantito espressioni, soprattutto del viso, molto realistiche e particolari, difficili da vedere di norma in fumetti e illustrazioni: volti stupiti, sconsolati, curiosi e insolitamente inclinati, resi con appena qualche linea netta. I personaggi, sempre nel rispetto del realismo, parlano inoltre lingue diverse, tradotte ma rese con font diversi all'interno dei baloon; peccato che ogni tanto ci sia un po' di confusione, e i personaggi si trovino a parlare la lingua sbagliata. Le alternative sarebbero state però un fumetto trilingue, incomprensibile per chi non conosca l'ebraico, il polacco e l'inglese, o la perdita di molte sfumature della vicenda.



Il realismo di Rutu Modan si svolge però in piccola scala: sono i dettagli dell'intreccio a rendere credibile la storia, e la storia è credibile perché si tratta solo di un dettaglio di una vicenda molto più grande. Il passato, nei fumetti di Rutu Modan, è una questione famigliare e personale, in cui le grandi vicende storiche sono solo uno sfondo necessario. Si dice che questa sia una visione del passato tipicamente femminile: se la classificazione sia attendibile o no, è un giudizio che lascio a lettori più preparati. Certamente La proprietà non offre grandi risposte, né alla questione del sionismo né a quella del sequestro di beni nel corso del Novecento; ma propone un interessante spaccato della vita di una famiglia, secondo schemi e ricorrenze universali e particolari allo stesso tempo.

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