Mathieu Sapin, Manuale per vincere le elezioni, Bao Publishing, Milano 2013.
Edizione originale francese: Champagne Présidentielle, Dargaud, 2012.
Il graphic journalism ultimamente sta acquistando notorietà anche in Italia, grazie per lo più alle iniziative di alcuni quotidiani e riviste. Argomento dei reportage sono spesso paesi lontani, dove infuriano dittature, povertà e guerra in misure variabili: ma ovviamente non si tratta di una regola. E così è possibile trovare opere come quella di Mathieu Sapin, fumettista e illustratore francese che ha seguito la campagna presidenziale di François Hollande nel 2011-2012.
Dico subito che il libro l'ho vinto a uno dei give away che la Bao organizza spesso nel suo gruppo Facebook. Non so se l'avrei scelto per l'acquisto, proprio per la scarsa esoticità della narrazione; ma, a posteriori, posso dirvi che l'opera vale i suoi 12 euro. C'è da dire che il periodo di uscita del volume è stato provvidenziale: grazie all'azzeccata fascetta promozionale, il libro si è lanciato a tuffo nel periodo peri-elettorale italiano (non si sa se le librerie si siano liberate delle fascette a partire dal 26 febbraio, giornata di scrutinio. A me il volumetto è arrivato nella cassetta della posta proprio quel martedì, e l'ironia è risultata oltremodo amara). È anche l'occasione per riflettere su come in Francia il fumetto venga percepito come un vero mezzo di comunicazione, adatto a trattare situazioni di rilevanza nazionale al pari di stampa e tv.
A differenza che nei reportage dal medio oriente o dall'asia profonda, in Manuale per vincere le elezioni il lettore è chiaramente portato a identificarsi con il narratore; o meglio, Mathieu Sapin, giornalista poco esperto e inetto di politica, si trova al livello del suo pubblico: osserva lo svolgersi della campagna elettorale con occhi da profano, ponendosi domande da curioso e stupendosi lui stesso del complicato meccanismo che anima l'azione politica e comunicativa. Già, perchè oltre che di Hollande, il libro parla di tutto l'apparato di comunicazione che si muove insieme al futuro presidente: Sapin viaggia e lavora a stretto contatto con le troupe giornalistiche, di cui scopre man mano gergo e atteggiamenti.
Il libro, raccontato con un tratto ingenuo che rende proprio l'idea dello schizzo estemporaneo, conserva un tono neutro, di cronaca, e spesso si dilunga in utili spiegazioni: i personaggi vengono sempre presentati, viene spiegato il perchè di alcuni atteggiamenti che appaiono curiosi, un paio di tavole sono addirittura dedicate a organigrammi dello staff o della sede centrale della campagna. Resta il fatto che il pubblico di riferimento è quello francese, con il suo inevitabile background di conoscenze politiche. Sono sicura di essermi persa parecchi riferimenti a causa della mia ignoranza sull'argomento: se Marine Le Pen la conoscevo già a sufficienza, Mélenchon ho dovuto wikipediarlo. Qualche nota redazionale in più forse avrebbe aiutato.
Per concludere con una nota di patriottismo: non pensavo che i francesi, estremi difensori della patria lingua, utilizzassero così spesso la locuzione "cool" (il buon Michele Foschini, traduttore nonché editore, ha ritenuto che la traduzione non fosse necessaria). I reportage servono anche a questo, a riportare insieme al messaggio principale il contesto di svolgimento. E a suscitare in me un moto d'orgoglio per gli italianissimi "figo", "fico" e varianti relative!
Per chi volesse approfondire, qui trovate il blog tenuto da Sapin durante la redazione del libro, con un certo numero di strisce extra. En français.
Avevo scritto anch'io due righe (quasi di numero!) a proposito; te le riporto:
RispondiEliminaHo letto Manuale Per Vincere Le Elezioni.
E' un libro narrato con innocenza e gran poco sarcasmo, se non nullo. E' l'autenticità degli eventi disegnati da un uomo con la statura di un bambino, e forse anche la sapienza politica di un bambino. Un uomo che sà poco di politica ma che gli interessa. Gli piace interagire in quel mondo sfruttando ciò che sa fare meglio: disegnare. Un'altra cosa che mi ha colpito molto è la mancanza di satira.
Molto bello.
Acul Emartleb (facebook)
Già, l'autore cerca di narrare sempre in maniera obiettiva e con spirito critico (in senso buono!), nonostante la sua opinione politica si lasci talvolta intravedere.
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