lunedì 17 dicembre 2012

Longshot Comics, o del fumetto non disegnato


Shane Simmons, Longshot Comics. La lunga e inutile vita di Roland Gethers, ProGlo Edizioni, Genova 2011 (prima edizione 2007)
Edizione originale canadese: The Longshot Comics Book 1: The Long and Unlearned Life of Roland Gethers, Eyestrain Productions, 1993


Dopo aver parlato di fumetti senza parole, ecco un fumetto senza disegni.
Be', non è del tutto vero: longshot, in ambito cinematografico, indica il campo lungo, quell'inquadratura tanto ampia da far risaltare più l'ambiente che i personaggi. Peccato che qui l'ambientazione non ci sia: sullo sfondo bianco, Shane Simmons rappresenta i suoi personaggi come puntini, che si muovono sospesi in vignette quadrate e regolarissime.
Sì, un campo lungo che dura ben 3840 piccolissime vignette, distribuite in 56 pagine anch'esse quadrate, di 17x17cm. 


 
La rappresentazione tramite puntini non consente ovviamente di caratterizzare in nessun modo i personaggi (anche se si registra qualche lieve differenza di spessore, a beneficio dei lettori più attenti). Quale folle si presterebbe alla lettura della storia di un personaggio dichiaratamente inutile e di cui non è neanche possibile vedere la faccia?

In realtà, il fumetto funziona. La tentazione potrebbe essere quella di sminuirlo, di escluderlo dalla categoria fumetto e classificarlo come "dialogo trascritto nelle nuvolette anziché con la consueta impaginazione", ma ciò non è possibile: perchè le vignette conservano un ruolo importante nella definizione dei ritmi della storia, valorizzando anche i silenzi e fornendo un minimo di contesto (ad esempio, le vignette diventano nere quando si racconta del lavoro in miniera). La storia poi si rivela inaspettatamente coinvolgente, a dispetto del titolo: Roland Gethers, nato in Galles nel 1860, è spettatore attivo delle maggiori imprese del declino dell'impero britannico, fino alla seconda guerra mondiale. Nato in casa, come da tradizione contadina, muore nella piena modernità di una casa di riposo: una perfetta sintesi del passaggio dall'era moderna a quella contemporanea, forse un'inconsapevole citazione della Storia della morte in occidente di Philippe Ariés. Roland Gethers è quindi una sorta di Forrest Gump, o di Renzo e Lucia, che attraversa le guerre coloniali, la crisi economica, la prima e la seconda guerra mondiale.



Addirittura, nelle ultime parti la narrazione si fa coinvolgente e commovente. Forse proprio l'assenza dei disegni, o di descrizioni accurate, permette di proiettare sui personaggi i propri sentimenti. È impossibile sapere se lo sguardo di Ellen, la nuora protestante che si prende cura del suocero cattolico e razzista, sia colmo di pena, di odio o di senso del dovere: ciascuno dei lettori, in base alle proprie esperienze, si immedesima e partecipa alla creazione del personaggio. Si tratta di un principio ben noto nel marketing, che non a caso ha portato alla creazione di un personaggio di successo come Hello Kitty (nota gattina inespressiva, priva di bocca per impedirle qualunque smorfia o sorriso).


Longshot Comics può quindi essere definito a pieno titolo un fumetto? Non ne sono sicura, considerato il ridottissimo utilizzo del disegno. Di sicuro rientra però nella categoria dell'arte sequenziale, come definita da Will Eisner, vista l'importanza rivestita dalla composizione grafica: e si può considerare come il risultato, portato alle massime conseguenze, della semplificazione del tratto. Esperimento riuscito, in gran parte grazie alla scelta accurata della trama (che tratta di eventi molto noti, per cui ogni lettore possiede già una caratterizzazione contestuale) e alla ritmica efficace della narrazione.

3 commenti:

  1. Piu' che un commento, mando gli auguri per le feste e ringraziarti per quanto letto in questo blog, confidando in un 2013 pieno di buone notizie.
    Sebastiano

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    1. Grazie Sebastiano, e tantissimi auguri anche a te!

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