sabato 17 novembre 2012
Cuore di terra, o del vantaggio del testo
Lorenzo Bartoli e Walter Venturi, Cuore di terra, Edizioni BD, Milano 2011.
Prima edizione: Cuore di terra, in «Skorpio», nn.27-33, 2003.
Cosa nasce prima in un fumetto, i disegni o i testi?
Di norma nasce prima la sceneggiatura, che contiene già i testi, almeno abbozzati.
Cuore di terra è un'eccezione. Come viene spiegato da Tito Faraci nella postfazione, Walter Venturi ha prima disegnato il fumetto, e poi cercato qualcuno (Lorenzo Bartoli) che aggiungesse i testi. Certamente un minimo di progettualità era comunque presente: non esisteva una sceneggiatura scritta, ma Venturi aveva ben chiaro il soggetto. Tanto che nelle prime bozze (pubblicate sempre alla fine dell'albo) alcuni baloon e relativi testi erano già presenti.
La storia, a metà fra fantasy e western, riguarda Zayed, "indianino" che scopre di possedere poteri soprannaturali. Il ragazzo viene istruito dal nonno nell'arte sciamanica e in discipline quali trasformarsi in animale, resuscitare i morti, acquisire una forza sovraumana. Terzo protagonista è il cacciatore Cassius, bracconiere senza cuore che viene ucciso da una setta di indiani malvagi e si redime in seguito alla propria resurrezione (che lo ha reso anche cieco).
La prima impressione, leggendo Cuore di terra, è che il disegnatore si sia divertito moltissimo, fatto che è sempre un punto a favore. Il fumetto è dei primi anni 2000, e si vede: Zayed è una sorta di pin-up, realizzato secondo tutti gli stilemi e l'abbigliamento dell'epoca, e la storia sembra quasi un pretesto per farlo vivere. L'entusiasmo di Venturi si indovina in un'alternanza di inquadrature e pose del ragazzino, che lo pongono molto in contrasto con l'atteggiamento serio degli altri personaggi.
Purtroppo, la storia fa acqua: alcuni passaggi sono affrettati, come la conversione del cacciatore resuscitato o il reclutamento di Zayed da parte del nonno sciamano. Molte questioni non vengono proprio affrontate: ad esempio, la setta di indiani cattivi Denti della bestia non si sa da dove venga nè perché sia così arrabbiata. Anzi, non si capisce neanche se sia composta da esseri umani.
Non so poi se l'opera sia stata concepita per la pubblicazione in puntate, come è in effetti avvenuto su «Skorpio», ma la storia non ha una conclusione, e risulta troncata in uno dei punti di massima suspence. Abbastanza deludente, per chi si aspettava di aver acquistato un'opera completa, come viene fatto intuire dalla quarta di copertina.
I testi poi, aggiunti in seguito alla realizzazione delle vignette, zoppicano vistosamente. Ci sono delle ripetizioni non necessarie, delle didascalie ripetitive: si avverte la difficoltà di adattare un testo a disegni già pronti. Peccato, se l'esperimento fosse riuscito avrebbe avuto risvolti interessanti: dopotutto, io non sono affatto convinta di questo vantaggio del testo. Tuttavia questa prima prova pratica non può che confermare la vecchia massima: prima i testi, poi i disegni.
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